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Comunicati stampa

La regione vuole la competenza sulle carceri

Approvata la mozione trasversale che chiede che sia istituito un Provveditorato regionale. Approvati anche il disegno di legge sulle nuove incompatibilità nei comuni a fronte di interessi di conviventi anche non coniugati e la mozione che chiede che siano integrati nuovi giudici di Pace. Respinta la mozione sul personale della Regione e la richiesta di voto sul trattato CETA a tutela dei prodotti trentini

In  apertura dei lavori, il Consigliere Riccardo Dello Sbarba ha presentato la Mozione n. 54, presentata dai Consiglieri regionali Dello Sbarba, Civico, Ossanna, Passamani, Foppa e Heiss concernente l’istituzione di un Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol per i Carceri di Trento e di Bolzano. Il Consigliere proponente ha ricordato il percorso di dialogo che ha portato a questa mozione, rimarcando in particolare l’importanza del primo punto del dispositivo, auspicando che vi sia una convergenza su questo aspetto, e ha quindi chiesto la votazione per parti separate. Ha quindi detto che sarebbe fondamentale poter aver un provveditorato regionale: portare il Provveditorato, attualmente in capo a Padova, in Regione, significa poter amministrare a livello locale quanto accade all’interno delle Carceri, con una maggiore autonomia all’interno di questa istituzioni. Berhard Zimmerhofer (F) ha parlato a favore della maggiore autonomia in ogni settore, ma ha detto di non essere d’accordo con l’istituzione regionale e chiedendo piuttosto che sia data la competenza alle Province. Ha quindi chiesto come mai non sia stata rivendicata questa competenza a suo tempo per la Provincia.  L’Assessore Giuseppe Detomas ha detto che la Giunta potrebbe essere d’accordo con il primo punto del dispositivo, ma ha chiarito che si tratta di una competenza statale. Tuttavia ha ribadito che comunque esiste un accordo di collaborazione con la Giustizia penitenziaria. La Regione volentieri può trovare una soluzione ottimale sul primo punto del dispositivo. Marino Simoni (PT) ha quindi espresso parere favorevole alla Mozione, sostenendo la necessità di sostenere l’Autonomia anche in questo settore, ricordando che inizialmente la legge statale prevedeva proprio la competenza regionale.  Alessandro Urzì (Misto) ha detto di ritenere che le amministrazioni pubbliche dovrebbero occuparsi di più di queste istituzioni e in particolare del personale che vi lavora, spesso in condizioni estreme, che talvolta significa anche di sicurezza. Il secondo punto su cui ha posto l’accento è stato quello della rieducazione. Ha dichiarato voto a favore sulla prima parte del dispositivo. La votazione ha visto approvato il primo punto della mozione e respinto il secondo.

Il punto successivo all’ordine del giorno era la Mozione n. 56, presentata dai Consiglieri regionali Kaswalder, Fasanelli e Borga per impegnare la Giunta regionale a riesaminare quali siano le effettive esigenze a cui la Regione è tenuta a dare risposta e a procedere a rideterminare le proprie strutture organizzative, le loro articolazioni e le relative competenze, nonché a rinnovare completamente la graduazione delle strutture organizzative ai sensi dell’articolo 3 del contratto collettivo del personale dirigenziale della Regione. Il Consigliere Walter Kaswalder (misto) ha illustrato il testo, parlando di una riorganizzazione ingiustificata. Ha quindi parlato di come sia stata fatta la riorganizzazione, rilevando siano stati nominati nuovi direttori o sostituti in assenza di idonei requisiti. Ha parlato di delibere ad hoc, invitando a predisporre concorsi. Ha detto di ritenere giusto che venga ripristinata velocemente un certo tipo di legalità e “non il solito cerchio degli amici degli amici che vengono promossi”. Il Vicepresidente Ugo Rossi ha replicato, ricordando la risposta data dal Presidente Kompatscher all’interrogazione che lo stesso consigliere Kaswalder aveva presentato a luglio. Ha detto che la riorganizzazione, nata in seguito alla necessità di dare supporto alla nuova competenza in materia di personale di giustizia. In seguito al blocco di turnover e alla crescita di età media dei dipendenti, sono venuti a mancare - ha detto - requisiti sia di natura quantitativa, sia - in alcuni casi - qualitativa. La riorganizzazione è stata fatta per far fronte ad un aumento del personale della Regione in seguito alla nuova competenza, poichè ai 280 dipendenti se ne aggiungono i 400 che provengono dalla Giustizia. Ha detto che tutte le scelte sono state fatte legittimamente in base a criteri di competenza. Ha detto che le dichiarazioni sulla legalità delle scelte siano da stigmatizzare. Il Consigliere Kaswalder ha quindi chiarito che non si tratta di legalità ma di merito. Con 29 no, 13 si, la mozione è stata respinta.

Punto successivo, il  Disegno di legge n. 89: Modifiche alle leggi regionali 21 ottobre 1963, n. 29, 30 novembre 1994, n. 3 e 23 ottobre 1998, n. 10 “Astensione dalle deliberazioni, cause di ineleggibilità alla carica di sindaco, casi di incompatibilità alla carica di sindaco e di assessore” (presentato dai Consiglieri regionali Köllensperger e Degasperi). Il consigliere Paul  Köllensperger (M5S) ha detto che si tratta  di una proposta di legge che rappresenta un aggiornamento necessario dopo l’introduzione della legge dopo l’introduzione della legge n. 76/2016. Secondo il proponente esiste una lacuna nelle leggi regionali poichè ad oggi non è prevista l’astensione dalle deliberazioni, l’ineleggibilità del sindaco o di incompatibilità della carica del medesimo e di assessore, quando vi sia compagno o del convivente risultanti da una convivenza o da un’unione civile registrata in anagrafe, ma solo per il matrimonio. Nessuno è intervenuto nella discussione generale. Nel dibattito sull’articolato, Paul Köllensperger ha spiegato che era difficile controllare il fatto che non fossero menzionate altre unioni civili non registrate. Alessandro Borga (ACT) ha annunciato l' astensione perché fondamentalmente contrario alla legge statale sulle unioni riconosciute. I tre articoli sono stati approvati senza voti contrari .Nella sua dichiarazione di voto, Myriam Atz Tammerle (STF) ha annunciato l' accordo del suo gruppo. Tuttavia - ha detto -  la competenza  sugli Enti locali dovrebbe essere trasferita dalla regione alle due province. Ha chiesto perché la SVP inizialmente si sia opposta al progetto di legge e ora la approvi. L’Assessore Josef Noggler ha spiegato che il testo presentato è stato modificato in commissione. La votazione ha visto il testo approvato con  26 voti a favore, 9 astensioni,  nessuno contrario.

Filippo Degasperi (M5S) ha quindi sollevato la questione della carenza di Giudici di pace, con la Mozione n. 61, presentata dai Consiglieri regionali Degasperi, Köllensperger, Borga e Civettini per impegnare la Giunta regionale ad adoperarsi urgentemente per inserire un secondo giudice nell’ufficio del giudice di pace di Trento, spiegando che si tratta di una situazione drammatica, con un solo giudice a coprire la città. L’assessore Giuseppe Detomas ha ringraziato il collega per aver sollevato il problema e ha parlato di una situazione di effettiva carenza di Giudici di Pace. Ha parlato di una previsione da parte del Ministero di 8 giudici sul territorio di Trento e Bolzano. Ha detto che però si tratta di un processo che ha una durata di qualche anno. Ha quindi parlato di preoccupazione per l’immediato. Ha detto che sembrerebbe al momento che la situazione si sia risolvendo. Ha quindi detto che si tratta di un atto che può essere accolto, ma che la Regione si è adoperata e si è adoperata in questo senso, sollecitando nel tempo una soluzione al problema e garantendo le sedi sul territorio. Marino Simoni (PT) ha espresso il voto favorevole alla proposta di mozione. Ha detto che è vero che la Regione ha fatto il possibile per mantenere le sedi, ma ha detto che privare il territorio del Primiero della sede del Giudice di Pace, facendo confluire tutto sulla Valsugana non è stato un passo felice. Anche Rodolfo Borga ha detto di essere d’accordo con il testo.  La mozione è stata quindi approvata con 38 si e 6 astensioni.

Paul Köllensperger (M5S) ha quindi illustrato la Mozione n.60 presentata dai Consiglieri regionali Köllensperger, Degasperi e Borga per impegnare la Giunta regionale a chiedere l’immediata sospensione della decisione unilaterale di A22 di operare in autonomia l’asporto dei rifiuti dalle piazzole e dalle aree di servizio. In particolare il Consigliere Köllensperger ha spiegato che nel nostro territorio non è applicato il decreto Madia sul tema e ha detto che la decisione dell’A22 avrà un impatto pesante sui bilanci di molti Comuni, con la possibilità che dovranno essere i cittadini a pagarne le conseguenze negative a causa di aumenti nelle bollette dei rifiuti. Ha quindi chiesto che sia la Regione, in quanto maggior azionista di A22, a sollecitare una soluzione a questa situazione, chiedendo l'immediata sospensione della decisione intrapresa unilateralmente dalla direzione dell’A22, al fine di approfondirne adeguatamente la legittimità e la relativa regolarità dell’asporto e della gestione internalizzata dei rifiuti RSU e di quelli differenziati nelle aree autostradali della tratta BrenneroModena, anche al fine di evitare delle sanzioni elevate dai Comuni a danno dell’A22 e allo stesso tempo delle conseguenze rilevanti in termini di mancati introiti nei bilanci dei Comuni regionali. Walter Blaas (F) ha confermato che i comuni sono responsabili dello smaltimento dei rifiuti. Ci sono problemi in alcuni luoghi perché le strade di accesso alle stazioni di servizio non sono facilmente accessibili e ci sono anche diversi regolamenti locali che devono essere presi in considerazione. Per questo motivo, la società autostradale dovrebbe riunirsi con i comuni per trovare una soluzione. Mauro Gilmozzi (UPT) è intervenuto per spiegare la situazione:  da una parte esiste un conflitto - ha detto - tra l’Autostrada che dice di aver il diritto di raccogliere questi rifiuti, e dall’altra i Comuni che dicono che spetta a loro. Citando la normativa, ha spiegato che in realtà hanno ragione entrambi. “I rifiuti che vengono raccolti dai gestori della rete - ha detto - devono essere raccolti dai Comuni”. Da una parte l’Autostrada ha il diritto di raccogliere i rifiuti prodotti lungo l’autostrada, dall’altra ha il dovere di consegnare questa raccolta ai comuni”. Per questo, ha spiegato, ricordando una nota inviata allo stesso proponente, che occorre dipanare questa matassa sedendosi a un tavolo, evitando un conflitto tra enti locali e autostrada stessa. Ha quindi chiesto di sospendere momentaneamente la mozione, per trovare una diversa formulazione che  eviti che si tramuti in una prova di forza. Ha anche detto che non si può chiedere all’A22 di sospendere la raccolta dei rifiuti, altrimenti si rischia che nessuno vada più a farlo fino alla soluzione della contesa. L’Assessore Giuseppe Detomas ha spiegato che la Regione aderisce ad una interpretazione giurisprudenziale che non assoggetta l’Autostrada agli obblighi a cui fa riferimento la mozione. Ha detto che la Giunta è in attesa di una sentenza chiarificatrice in materia, tuttavia ha detto che la proposta di sospendere la mozione e riformulare il dispositivo può essere accolta. Anche l’assessore Detomas ha ribadito che non si può sospendere la raccolta, ma che si dovrebbe continuare la prassi adesso in atto, sino a quando non vi sia una diversa indicazione, frutto di un auspicato accordo tra le parti. Paul Köllensperger (M5S) ha spiegato che il dispositivo non dice che A22 ha torto, ma chiede precauzionalmente di verificare. Ha chiesto quindi di mantenere la parte dispositiva così com’è, perchè chiede solo un approfondimento. Rodolfo Borga (ACT) ha detto di essere a favore di questa mozione. Ha sottolineato come i Comuni confinanti perdano milioni di euro e che la questione non può essere quindi rimandata. Bernhard Zimmerhofer (F) ha detto che si tratta di un grosso affare, ma ai Comuni va lo sporco, non il reddito. La mozione è stata accolta con 24 si, 20 no e 4 astensioni.

L’Aula ha quindi trattato il punto n.7 all’ordine del giorno, il Voto n. 12, presentato dai Consiglieri regionali Köllensperger, Degasperi, Borga, Civettini, Fasanelli, Heiss, Dello Sbarba e Foppa, affinché il Parlamento e il Governo italiano intervengano presso la Commissione europea per tutelare tutte le indicazioni geografiche regionali uniche protette, facendo inserire nel CETA anche le specialità del Trentino-Alto Adige rimaste escluse e per tutelare i livelli di qualità e salubrità dei prodotti agricoli e della zootecnia di montagna, vietando l’importazione dal Canada di merci contaminate da sostanze il cui uso in agricoltura e zootecnia non sia consentito dalla legislazione europea o italiana - dichiarazione di contrarietà al CETA qualora non si realizzino gli interventi richiesti.  Arnold Schuler (SVP) ha detto che l' elenco dei prodotti protetti era incompleto ed è stato oggetto di negoziati. D' altro canto - ha spiegato - molti prodotti regionali con il CETA otterrebbero lo status di protezione anche in Canada. Le norme europee di qualità e sicurezza devono essere rispettate .Con questa mozione, ha spiegato Degasperi riferendosi al fatto che le 5 IGP Altoatesine, tranne una, vengono riconosciute, non ci poniamo contro qualcuno, ma rileviamo che con questa normativa i prodotti trentini sono completamente esclusi. Ha detto che non si tratta di un voto contro il trattato CETA, e che anzi lo sostiene in un certo senso, ma che se il trattato CETA tutela la mela dell’Alto Adige, deve tutelare anche quella della Val di Non. Walter Kaswalder (Misto) ha ringraziato il collega Degasperi per aver sollevato la questione e si è detto sorpreso del silenzio da parte dell’assessore competente trentino. Il consigliere Rodolfo Borga (ACT) ha ricordato una mozione analoga in consiglio provinciale di Trento, bocciata, e dichiarando il voto favorevole a questo dispositivo. Al di là della tutela dei singoli prodotti trentini, che sottolinea, secondo il consigliere, la differenza tra le due realtà. Il problema non è solo la questione dei singoli prodotti trentini, ma anche la tutela della salute dei consumatori e dei lavoratori. Ha ricordato che la maggior parte dei Consigli regionali italiani, a fronte della sollecitazione di Coldiretti, ha approvato mozioni di questo tipo. Michele Dallapiccola (PATT) ha espresso la sua opinione contraria, poichè - ha detto - si tratta di un voto tecnicamente sbagliato sul primo punto. La lista dei prodotti da inserire nel trattato - ha detto - va trasmessa al Ministero che poi la trasmette alla Commissione e quindi ci si rivolge ad un interlocutore sbagliato. Filippo Degasperi (M5S) ha detto di essere aperti ad eventuali correzioni alla parte della mozione se sbagliata. Ha detto che comunque una presa di posizione del Consiglio regionale potrebbe essere a sostegno della trattativa che il Trentino sta eventualmente facendo e che quindi le motivazioni addotte al rifiuto sono deboli. Ha detto di prendere atto che la lista dei prodotti trentini da tutelare viene ritenuta sbagliata o superflua. La proposta di voto è stata quindi respinta con 24 no, 22 si e 3 astensioni.

La seduta è stata quindi chiusa. L’ultimo punto all’ordine del giorno, il disegno di legge n.96, sarà trattato nella prossima seduta del Consiglio regionale.