Comunicati stampa
Manovra finanziaria 2022, discussione articolata della collegata
È ripreso questa mattina l’esame della manovra finanziaria della regione per il 2022, contenuta nei disegni di legge n. 45: Legge regionale collegata alla legge regionale di stabilità 2022, n. 46: Legge regionale di stabilità 2022, nella Proposta di deliberazione n. 30: Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2021 e nel disegno di legge n. 47: Bilancio di previsione della Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol per gli esercizi finanziari 2022-2024.
Intervenendo sull’ordine die lavori, Alex Marini (Movimento 5 Stelle) ha riferito di difficoltà con la app che permetteva di prenotarsi nel dibattito, e ritenuto che questo avesse impedito anche al collega Nicolini di prenotarsi, mentre il pres. Noggler chiudeva la discussione generale. Ha poi ri-posto la questione della convocazione del Consiglio per l’elezione dei delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica, chiedendo di pianificare la data già oggi. ll presidente Josef Noggler ha ricordato di aver invitato per due volte a prenotarsi, ieri, prima di chiudere la discussione generale, e sostenuto che l’app aveva ben funzionato. In quanto alla richiesta di convocazione, ha riferito di dover attendere la comunicazione ufficiale, dopodiché sarebbero stati convocati in tempo utile i capigruppo.
È intervenuto quindi, per la replica, il presidente della Regione Maurizio Fugatti, che ha fatto riferimento all’emendamento con l’art. 6 bis spesso citato ieri, sottolineando che era un’iniziativa di consiglieri, e che la Giunta si rimetteva al Consiglio. Ha poi chiarito che in entrata erano contabilizzate voci che avevano una corrispondente in uscita, e quindi non erano effettive, e che nella missione 5 erano comprese sia le spese per gli uffici giudiziari che per i giudici di pace: parte di tali costi sarebbero stati rimborsati dallo Stato, pertanto 15 milioni annui erano da considerarsi come acconto. Erano poi contemplati i trasferimenti verso i vari enti in base alla legislazione vigente. In merito alla proposta di protocollo sul gruppo di lavoro citata ieri, essa avrebbe potuto essere discussa in commissione e poi portata in aula consiliare. Per quanto riguarda la tematica dell'inquinamento, si trattava di tematiche più legate al territorio altoatesino e a un dibattito soprattutto provinciale, sul quale però la Giunta regionale aveva la giusta attenzione. In merito allo sviluppo extraregionale dell'Autonomia, le riflessioni sull’importanza dell'Euregio in questa fase storica erano appropriate, così come la collaborazione in ottica transfrontaliera: il tema faceva parte del suo mandato alla guida dell’Euregio, come di quello dei precedenti presidenti.
Non essendo presenti ordini del giorno, è stato votato il passaggio alla discussione articolata del disegno di legge 45/21, approvato con 30 sì, 5 astensioni e 20 no.
L’articolo 1 contiene una correzione dell’assestamento del bilancio di previsione della Regione 2020-2022.
Alex Marini (Movimento 5 stelle) ne ha chiesto la soppressione intera o parziale con emendamenti, segnalando però che con essi voleva portare l’attenzione sul successivo art. 6 bis. Citando il libro “Corruzione a norma di legge”, scritto da due giornalisti, ha evidenziato che in esso si parlava di come in Italia si corrompono le leggi per rispondere a interessi di bottega, citando casi da Tangentopoli al Mose, nonché l’Avogador che nella Repubblica di Venezia aveva il compito di controllare che non venissero fatte ruberie del bene pubblico: in questo modo, già allora si evitavano i conflitti di interesse, cosa che aveva garantito la longevità della Repubblica. Se da un lato era facile controllare che le leggi non venissero violate, quasi impossibile, secondo gli autori del libro, era impedire la corruzione delle leggi stesse, che riguardava un campo politico: con il 6 bis si sarebbe approvato un articolo che andava proprio in questa direzione, ed era necessario informarne l’opinione pubblica. Respinti entrambi gli emendamenti di Marini, l’articolo è stato approvato con 26 sì, 13 no e 9 astensioni.
L’articolo 2 riguarda l’assegnazione di mezzi dal bilancio alle Province.
Alex Marini (Movimento 5 stelle) ne aveva chiesto con emendamento la soppressione, ma esso è stato respinto. L’articolo è stato approvato con 25 sì, 1 no e 20 astensione.
Il vicepresidente della Regione Arno Kompatscher ha proposto con emendamento l’inserimento di un articolo 2 bis a modifica del calcolo del contributo previdenziale a sostegno dei coltivatori diretti per le domande presentate nel 2022. È stato approvato con 30 sì, 5 no e 18 astensioni.
Approvato senza discussione l’articolo 3 relativo al Piano integrato di attività e organizzazione
L’articolo 4 interviene sulle norme in materia di bilancio e contabilità della Regione.
Giorgio Tonini (Partito Democratico), segnalando di condividerlo nel merito, ha tenuto a precisare che la legge di contabilità non dovrebbe essere cambiata con le leggi di bilancio. L'articolo è stato approvato con 31 sì, 5 no e 17 astensioni.
Approvato senza discussione l’articolo 5 riguarda le progressioni verticali negli enti locali.
L’articolo 6 sulle selezioni per la formazione di elenchi di idonei all'assunzione nell’amministrazione degli enti locali e degli enti pubblici di servizi alla persona.
Alex Marini (Movimento 5 stelle) ha fatto un appello a seguire procedure trasparenti, al di là di spooling system ed esigenze politiche, nell’individuare promozioni e nel gestire le risorse umane. L’articolo è stato approvato con 34 sì, 1 no e 24 astensioni.
L’articolo 6 bis interviene sulla legge regionale 2/2018 stabilendo che l’obbligo di astensione dall’esercizio dell’attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio amministrato prevista per i componenti della Giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici non sussiste in capo al sindaco.
Alex Marini (Movimento 5 stelle), Paolo Zanella (Gruppo verde) e Paul Köllensperger (Team K) ne hanno chiesto, con emendamenti separati, la soppressione, Zanella ha proposto con emendamenti alternativi la modifica in vari modi, al fine di mantenere l’incompatibilità relativa al sindaco. Alex Marini ha evidenziato che l’Autonomia si dovrebbe utilizzare per dimostrare di essere diversi da Roma, ma quando si ha questa possibilità talvolta si fa anche peggio. ha messo poi in guardia dalla probabilità di impugnazione della legge. Questo articolo aumentava esponenzialmente la possibilità di conflitti d’interesse: “Mi appello al Governo affinché ne valuti l’impugnazione”. Paul Köllensperger ha ribadito che si usava la legge di bilancio per risolvere delle grane in capo soprattutto al sindaco di Brunico, il cui caso sarebbe stato discusso il 26 gennaio dal TAR di Bolzano. Questo era in contrasto con le normativa vigente e la giurisprudenza, “mi auguro che i colleghi della maggioranza non sostengano in blocco questa disposizione”. Secondo il TAR di Trento, così come secondo sentenza della Cassazione e parere del Ministero degli Interni del 2019, pur delegando le materie, l’obbligo di astensione per il sindaco restava in piedi, in quanto egli manteneva l’onere di sovrintendere su tutte le attività del Comune, comprese quelle delegate. La maggioranza si doveva assumere la responsabilità di questa disposizione, di cui ha chiesto il voto nominale. Paolo Zanella ha ritenuto che l’articolo non dovesse innanzitutto essere ammesso, non avendo a che fare col bilancio. Anche lo scorso anno la maggioranza aveva fatto questo tentativo, ed era evidente l’imbarazzo di Kompatscher e altri componenti di essa. Con un blitz in commissione di bilancio, la norma eliminava la tutela dal conflitto di interesse che c’era nel Codice degli enti locali e nella normativa nazionale, contrastando anche con la Costituzione che prevedeva di esercitare le funzioni di amministratore “con disciplina e onore”, e questo per gli interessi privati di qualcuno, non per l’interesse collettivo. L’articolo considerato non era chiaro, ma ne era già stata data un’interpretazione autentica a livello nazionale, totalmente opposta a quella che si dava con la disposizione in esame. Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha detto di essere imbarazzato per le parti della maggioranza che non condividevano l’emendamento ma erano costrette ad approvarlo, tra cui probabilmente i colleghi della Lega. Sulla questione si doveva assumere la responsabilità di legislatori: già in passato erano state approvate norme con evidente vizio di incostituzionalità, a volte col suo solo voto contrario, poi rigettate in seguito a verifica costituzionale. Anche in questo caso c’è altissimo rischio di ricorso del Governo, nonché di una verifica di legittimità della norma, richiedibile nel corso del citato procedimento giudiziario presso il TAR; era necessario riflettere sulla probabilità di aprire contenziosi a catena. Alessio Manica (Partito Democratico) ha evidenziato il cortocircuito che si crea quando chi, avendo potere concessorio, è anche progettista di un’opera presentata in Comune per l’approvazione; inoltre, mentre in Sudtirolo gli assessori comunali passavano in Consiglio per una votazione, in Trentino essi erano nominati dal sindaco, il che ne potenziava il potere, ed era per questo che la Cassazione escludeva anche il caso della delega. Non era nemmeno stato chiesto un parere scritto alla rappresentanza dei Comuni trentini, o almeno non si trovava agli atti. Nel codice degli enti locali, dall’art. 77 in poi, era codificata l’ineleggibilità, ha segnalato, aggiungendo che fare il sindaco non era un obbligo. Ha poi sostenuto che si sarebbe stati gli unici in Italia a erogare dalla norma, utilizzando l’Autonomia per fare peggio, invece che meglio. Ha quindi chiesto un ultimo scatto di dignità. Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha chiarito che le leggi dovrebbero essere scritte per avere valenza generale, ma da più parti era stato detto che si trattava di una legge ad personam, per risolvere un caso giudiziario. L’approvazione avrebbe avuto conseguenze: nei Comuni grandi l’articolo avrebbe potuto funzionare, in presenza di assessori forti, di un partito diverso, ma in tutti gli altri Comuni non avrebbe mai funzionato, perché il sindaco si occupa a tempo pieno dell’amministrazione comunale e rimane il primo interlocutore. L’articolo sarebbe stato un lasciapassare per i sindaci di tutti i comuni minori che siano anche progettisti di poter esercitare l’attività nel territorio da essi amministrato.
Respinto l’emendamento stralcio di Marini con 28 no e 23 sì, e decaduti quelli analoghi di Zanella e Köllensperger, Paolo Zanella ha presentato i suoi emendamenti in base al quale sussisteva in particolare e più di tutti in capo al sindaco il conflitto di interessi, come evidenziato dalla Corte di Cassazione e dal parere del Ministero degli Interni, e chiesto alla Lega che almeno facesse un emendamento in modo che l’art. 6 bis valesse solo per la provincia di Bolzano: il primo emendamento è stato respinto (23 sì e 27 no), così come alcuni successivi (altri sono stati ritirati dal consigliere). Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha evidenziato uno sconcertante silenzio della maggioranza, e li ha invitati a intervenire, trovandosi in un “Parlamento”, quindi in un luogo dove si parla “Dove si sta zitti c’è omertà, e questa non è tipica della democrazia, ma del malaffare”, che si attua quando si fa un atto che non si è in grado di giustificare. La norma era in contrasto non solo con sentenze, ma anche con un’etica pubblica che voleva la separazione dei poteri e rigettava i conflitti d’interesse. ha quindi invitato a riflettere su “come funziona la vita nei nostri Comuni, dove da 30 anni spuntano liste civiche in reazione a un’amministrazione in mano a poche persone, sempre le stesse, che decidono in casa”. Non era una caratteristica solo del Sudtirolo o del Trentino, dato che l’aveva sperimentata anche quando abitava in Toscana: ma proprio per questo c’erano le norme dell’incompatibilità. L'articolo in esame avrebbe creato astio e cattivo sangue, mente il clima andava sanato, non avvelenato. Alex Marini (Movimento 5 stelle) si è associato alla critica sul mancato intervento della maggioranza.
L’opposizione è quindi uscita dall’aula prima della votazione in merito all'articolo, e Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha chiesto l’appello nominale con verifica del numero legale, che è risultato mancante, essendo stata verificata la presenza di soli 34 consiglieri.
La seduta è stata quindi interrotta dal presidente Josef Noggler, che ha aggiornato i lavori alle 14.30.